sabato 2 marzo 2013

Londra Il Grottesco è di casa - Diario di un viaggio tragicomico - 8


4.

Prima sistemazione


Come già anticipato, il viaggio Bologna – Gatwick  dura 8 ore, compreso lo scalo di 6 ore in Belgio!
Ma due ragazze giovani ed eccitate per la vacanza, mascherata da “studio”, non si lasciano certo demoralizzare da una innocua attesa di 6 ore!
Sì, ovviamente un volo diretto sarebbe stato molto molto meglio. Infatti siamo impazienti di arrivare e cominciare subito a guardarci intorno. Sentiamo di sprecare tempo prezioso mentre camminiamo avanti e indietro per l’aeroporto belga.
Tuttavia  mi ripeto che avremo tutto il tempo per goderci Londra, la gente, i ragazzi, i negozi, Piccadilly Circus e  Soho, Portobello e il London Bridge, per poi concludere degnamente con la nostra vera vacanza in Scozia… Non sto più nella pelle!
Facciamo qualche foto cercando di sembrare (come penso abbiano fatto tutte)  più “gnocche” di quello che siamo in realtà, entriamo nei negozi e curiosiamo in giro, chiacchieriamo e commentiamo ogni persona o coppia che passa, chiedendoci se saranno sul volo con noi, o se hanno un fidanzato o fidanzata a aspettarli, o se sono amanti, magari partiti di nascosto per un week end in una capitale europea…
Ed ecco che finalmente annunciano il nostro volo. Questa volta ci precipitiamo al cancello e siamo le prime a consegnare le carte di imbarco alle assistenti di terra.

Dopo un altro breve volo in compagnia delle nostre bottigliette d’acqua e biscotti, intravediamo la costa inglese!
Atterraggio e ... Londra!!
Ci dirigiamo verso la metropolitana per poter raggiungere il centro della città. Salire e scendere scale e vagoni del metrò con la valigia rigida e lo zaino sulle spalle, non è una cosa affatto semplice!
Controlliamo la tratta migliore per arrivare al quartiere di Whitechapel, dove è situato l’ostello che ci ospiterà per due notti.
Questo dettaglio fa parte del piano risparmiatore di mia mamma, la quale aveva sapientemente calcolato che costava meno farci dormire in un Ostello aspettando che il residence si liberasse, piuttosto che prendere un volo di linea (quindi non low cost) che partiva due giorni dopo.
Ma noi eravamo ben contente di avere due giorni extra da passare in una città straniera, piena di vita e gente da conoscere! Quindi non ci siamo mimimamente sognate di contraddirla!
Inoltre Elena, avendo già fatto un viaggio in Europa in inter-rail, mi aveva parlato benissimo degli Ostelli del nord, dove si conoscono tanti giovani, ci si scambiano gli indirizzi e, con molta facilità, si diventa “amici”.
Avremmo impiegato questi due giorni per ambientarci e per scegliere la scuola d’inglese e l’orario migliore per la frequenza. Poi con calma ci saremmo trasferite nel residence a Kensington (a Kensington! Ma vi rendete conto???) prenotato da un amico inglese, e avremmo iniziato la nostra vacanza-studio nel vero senso della parola.
Lo scopo principale del nostro viaggio a Londra (cioè quello che ci ha permesso di convincere i nostri genitori a partire!) è infatti di preparare l’esame di inglese del secondo anno di Università.
Il nostro progetto prevede: frequentare per due settimane una scuola di inglese per migliorare il nostro vocabolario e la pronuncia e allo stesso tempo studiare il libro dell’esame per poterci presentare al meglio.
Mentre il metrò ci porta a destinazione, fantastichiamo sui prossimi giorni: “Io direi di prenotare due o tre ore di lezione, tipo dalle 10 alle 13. così possiamo anche fare tardi alla sera. Poi ci fermiamo a mangiare qualcosa in giro, e dopo andiamo in un parco a prendere il sole (se c’è) mentre studiamo il libro. Poi nel tardo pomeriggio torniamo al residence, ci prepariamo e usciamo per la bella vita!” dico a Elena entusiasta.
Lei mi guarda con un sorriso raggiante e gli occhi pieni di esaltante aspettativa.
“Sì sì, ovvio che prima delle 10 non se ne parla di andare a scuola! Se no ci tocca pure andare a letto presto anche qui a Londra!” risponde lei.
Il microfono pronuncia una parola incomprensibile, ma leggendo il nome della fermata sui muri della stazione, capisco che siamo arrivati a Whitechapel.
Scendiamo dal metrò alla meglio, e ci dirigiamo verso le scale mobili che portano all’uscita. Notiamo un po’ allarmate che tutti si dirigono verso le scale normali, non mobili.
No, non mi dire che non funzionano!

2 commenti:

  1. Ciao Elena! E' un orario un po' insolito,come sai,da pipistrella,ti sto leggendo,che avventura!:))
    Il tuo racconto è coinvolgente,le puntate sono brevi,come un giallo,si interrompono sul piu' bello zac!Brava! Ciaoooo!

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  2. Grazie!!!!
    ho pochissimo tempo e non riesco a tenerlo aggiornato......... purtroppo......

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